Colosimi – “Commemorazione della Shoah attraverso una riflessione e approfondimento del tema. Ebrei internati in provincia di Cosenza”.
Questo l’argomento affrontato nei locali della scuola media di Colosimi dalla professoressa Giuliana Pugliano e dal professore Leonardo Falbo, storico e scrittore che si occupa dei circuiti culturali calabresi e meridionali in età contemporanea.
Il “Giorno della Memoria” 27 gennaio, (abbattimento dei cancelli di Auschwitz) istituito dal Parlamento italiano con la legge n.211 del 20 luglio 2000, è stata occasione per ricordare la Shoah e rendere omaggio alle numerose vittime del folle progetto di sterminio. Una giornata altamente morale, per sottolineare la difesa della dignità umana e il diritto inalienabile di libertà di tutte le popolazioni. Una condanna senza appello del nazifascismo, artefice dell’olocausto e sterminio di milioni di Ebrei. La professoressa Pugliano, ha sottolineato che “la scuola di Colosimi è sensibile, impegnata e partecipa alle giornate nazionali e internazionale e agli eventi commemorativi per favorire la crescita della comunità.”
Per far comprendere meglio agli studenti e genitori la persecuzione degli Ebrei in Calabria, la professoressa ha richiamato ed invitato a leggere il libro “Non solo Ferramonti. Ebrei internati in provincia di Cosenza (1940-43)” di Leonardo Falbo, editore Pellegrini.
Tra l’altro, la docente ha evidenziato che i territori di Colosimi, Bianchi e quelli vicini sono stati e continuano ad essere sempre propensi all’accoglienza e alla solidarietà fra i popoli.
Il professore Falbo, con stile, passione e amore per la storia ha intrattenuto e catturato l’interesse dalla sala sulla Shoah e l’importanza della memoria. Un tema che a distanza di oltre 70 anni ancora vive, preoccupa e allarma le coscienze dei meno giovani. Una riflessione quella dello scrittore accorata sugli orrori dell’olocausto, per meditare su quei fatti atroci e per dichiarare che oggi non può esistere una politica indifferente ai valori della libertà e della democrazia, ma soprattutto al diritto alla vita. Falbo, del campo di Ferramonti ha ricordato alcuni spaccati di vita della popolazione ebraica europea (6 mila) dove uomini donne e bambini vivevano in 90 casette e a differenza di altri campi gli ordini razzisti erano meno duri e i confinati, nei circa 20 Comuni trovarono comprensione e affetto nella gente.
Infine Falbo ha detto che la scuola, è il luogo più idoneo per trasmettere alle nuove generazioni l’importanza della memoria, per far conoscere le cause e le conseguenze del periodo storico in cui si è verificata la Shoah e per diffondere il messaggio rivolto agli studenti di conoscenza dei valori contenuti nella Carta Costituzionale e nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.