Le note e i versi della canzone “La cura” di Franco Battiato fanno da colonna sonora alle immagini di bambini ammalati o disabili che scorrono sullo schermo. È questo il momento più intenso e commovente del convegno con cui è stata celebrata, anche a Soveria Mannelli, la XXVI Giornata del Malato.
La Caritas (Parrocchia di S. Giovanni Battista e San Michele Arcangelo), l’Associazione di volontariato Emmaus, l’Unitalsi e l’ASI (Associazione Sociologi Italiani, dipartimento Calabria), hanno infatti organizzato un incontro, cui è stato dato un titolo particolarmente significativo, tratto dal Vangelo di Giovanni: “Ecco tuo figlio… Ecco tua madre. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.”
Un’occasione per promuovere i valori dell’accoglienza, in particolar modo facendo dialogare le varie agenzie cittadine che si occupano di assistenza socio-sanitaria, anche perché, come ha ricordato il parroco della città, don Roberto Tomaino, “a Soveria c’è qualcosa che non esiste altrove: un ospedale, una casa di riposo e un istituto scolastico socio-sanitario.”
E proprio i ragazzi che frequentano l’indirizzo per i Servizi socio-sanitari dell’IIS Costanzo di Decollatura, sono stati gli utenti privilegiati del convegno, perché destinati a essere coloro che, in un futuro non lontano, saranno chiamati a operare in questo difficile settore. Gli studenti presenti in sala, accompagnati dai loro insegnanti, hanno ascoltato con grande attenzione e partecipazione i contenuti degli interventi dei vari relatori che si sono succeduti.
Il sociologo Giuseppe Bianco, vicepresidente dell’ASI Calabria, ha coordinato l’incontro e introdotto i lavori con un’analisi critica della società in cui viviamo, definita come “carica di narcisismo e individualismo e che necessita di una nuova maturazione umana, di un processo di riumanizzazione che si concretizzi nella semplice accoglienza dell’altro.” “Per fortuna, – ha detto ancora Bianco – “ci sono molte persone che possono fungere da modello per un’umanità evoluta e matura.”
E un modello da seguire è senza dubbio don Giacomo Panizza, presidente della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme. Don Giacomo, fin dal suo arrivo in Calabria, non ha mai smesso di occuparsi dei più deboli, dovendo spesso fare i conti con la malavita organizzata che fonda il suo potere proprio sulle debolezze altrui. Prendendo la parola, ha illustrato i contenuti del documento della Giornata del Malato e del messaggio di Papa Francesco per poi esortare a “operare concretamente, in prima persona, per cambiare la realtà quotidiana.”
La delegata alla disabilità del Movimento Noi di Cosenza, Rosita Terranova, ha raccontato la propria esperienza personale di mamma di un bambino che lei si rifiuta di chiamare disabile, ma semplicemente un bambino che ha bisogno costantemente delle sue cure, una “condizione vissuta in un totale abbandono istituzionale e civico” – ha denunciato. “Se la sanità non è supportata in modo adeguato, soprattutto a livello economico, ne pagheranno le conseguenze non solo gli ammalati ma anche chi lavora con loro, perché costretto a lavorare in pessime condizioni.” – Ha aggiunto, rivolgendosi ai ragazzi dell’Istituto socio-sanitario, invitandoli a essere sempre entusiasti, sereni e critici verso se stessi, e soprattutto a “non ammalarsi mai di cinismo.”
Nel corso dell’incontro sono altresì intervenuti: il sindaco Leonardo Sirianni, anche in qualità di ex pediatra dell’ospedale di Soveria Mannelli, il cui operato è stato sempre caratterizzato da una grande disponibilità e umanità; il dottor Giovanni Paola, attuale primario del Pronto Soccorso, che si è fortemente adoperato perché questa struttura venisse riqualificata e resa efficiente com’è ora; il capitano Francesco Zangla, comandante della Stazione dei Carabinieri, che ha ricordato, citando anche la Costituzione, la sensibilità da tutti riconosciuta all’Arma nel mettersi al servizio della comunità. “Rappresentiamo l’autorità vestendo una divisa, ma dentro la divisa c’è un uomo.” – Ha infatti dichiarato con orgoglio.
Le conclusioni sono state affidate a don Roberto Tomaino, che ha detto: “Oggi abbiamo condiviso esperienze di vita; emozioni che cambiano il cuore delle persone e dunque possono cambiare anche il corso della nostra storia.” Ha criticato fortemente “l’aziendalizzazione della sanità” e la necessità di sottostare ai tagli economici dettati dal “piano di rientro”. Poi, si è rivolto ai ragazzi della scuola, che “sono stati il nostro orgoglio per il loro modo di ascoltare e per la loro passione”, e ai disabili dell’Unitalsi, accompagnati dal volontario Francesco Bonaddio, doverosamente “in prima fila, per dimostrare che chi ha più bisogno deve stare davanti agli altri.”
In completa assonanza con il clima che si è respirato durante tutto l’incontro, il particolare augurio con cui il moderatore, Giuseppe Bianco, si è voluto congedare con il pubblico, augurando: “Buona umanità a tutti!”
di Raffaele Cardamone