La nuova foto di Antonio Renda induce subito a una domanda interiore: è davvero così difficile “trovare l’alba dentro l’imbrunire”, confondere questi due momenti topici della giornata? O, se volete, tappe fondamentali della vita terrena, con l’alba come metafora della nascita e il tramonto della morte: nell’eterna contrapposizione tra Eros e Thanatos.
Il grande Franco Battiato, cantante e musicista, ma soprattutto un poeta dei nostri tempi, in Prospettiva Nevsky (LP: Patriots, 1980), sosteneva di si, cantando:
<< E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire. >>
Ma guardando questa foto qualche dubbio si insinua. Nell’attimo fissato dall’immagine statica è impossibile stabilire con assoluta certezza se il sole stia sorgendo o tramontando. A meno che non si conosca abbastanza bene l’orografia del territorio, si sia in grado di ricostruire mentalmente i riferimenti dei quattro punti cardinali e collocarvi geograficamente le cime e i versanti delle montagne sullo sfondo.
Ma guardando quelle montagne, la nostra attenzione è tutta calamitata dalle linee dei pendii che si incrociano a formare più piani di ripresa: da un campo lungo a uno lunghissimo, proprio come si trattasse di un fondale finto del cinema hollywoodiano. E prima dello sfondo, lo sguardo si ferma sul piano più ravvicinato, questa volta un campo medio, con la stradina che porta chissà dove e la figura femminile colta nell’atto di muovere un passo in quella stessa ignota direzione, assorta, sognante, apparentemente magica, quasi a voler rinnovare il mito delle fate del Reventino.
Il fotografo Renda ci fa capire quanto sia rimasto colpito dalla luce improbabile di un sole depotenziato, filtrato da nuvole basse, al punto da essere stato quasi costretto a “un cambio di direzione”, “un’inversione di marcia”, per poi fermarsi a contemplare e – ovviamente – a fotografare e riflettere:
<< Sotto una luce nuova, mi riesce piuttosto facile augurare a questo territorio di riuscire a offrire alla vista una sua propria Prospettiva Nevsky. >>
Una Prospettiva Nevsky autarchica, quindi, che sappia però evocare quella vera, sulle rive del fiume Neva, a San Pietroburgo, con tutta la sua carica rivoluzionaria, allora distruttiva nel famoso assalto al Palazzo d’Inverno, e ora al contrario conservativa di una natura meravigliosa – capace di suscitare meraviglia – che ci circonda e veglia ancora benevolmente sul nostro vivere quotidiano.
Raffaele Cardamone
In basso, La foto realizzata da Antonio Renda e, a seguire, la sua Biografia…
Foto di Antonio Renda (Fototeca della Calabria)
Biografia di Antonio Renda
Antonio Renda è un fotografo e un documentarista. E’ nato a Catanzaro nel 1964. Ha compiuto studi universitari di filosofia e antropologia. Professionista dal 1991. Specializzato in fotografia di architettura, arte e turismo. Il suo archivio conta oltre 100.000 immagini sulla Calabria.
Ha collaborato alla realizzazione di numerosi prodotti editoriali con le maggiori case editrici calabresi: Rubbettino, Abramo, Iiriti, e nazionali come Silvana Editoriale, Electa-Mondadori e ha pubblicato sulle riviste: Oasis, Bell’Italia, A tavola, Terre del vino, Qui Touring, Abitare, Informatore Agrario; ha inoltre curato la fotografia per le Riviste: Calabria Rurale, Calabria è, Catanzaro Arberia.
Collabora da molti anni con le maggiori istituzioni calabresi e con case editrici, e autori vari. Per l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Catanzaro ha curato i cataloghi per le edizioni della mostra di arte contemporanea “Intersezioni” (ed. Electa) e per la mostre realizzate al Museo MARCA di Catanzaro fin dalla sua fondazione.
Ha inoltre realizzato le immagini per le due edizioni del catalogo del “Museo Storico Militare” di Catanzaro (ed. Rubbettino), i calendari e i cataloghi del “Parco della Biodiversità” di Catanzaro.
Per la mostra “Intersezioni” e il Museo MARCA ha realizzato inoltre i video sugli artisti e le relative mostre.
È responsabile della “Fototeca della Calabria”, associazione che si occupa della divulgazione della cultura e dell’immagine della Calabria, con una particolare attenzione agli scrittori ed artisti calabresi.
Ha inoltre realizzato, negli ultimi anni, numerosi cortometraggi su vari aspetti della cultura calabrese: il mediometraggio “Nella terra di Melusina”, ispirato ad un racconto di Corrado Alvaro, e i cortometraggi “I carbonai di Serra San Bruno”, “Bovari”, “L’ultimo Mugnaio”, “I Palmenti Di Ferruzzano”.
Un’opera fondamentale della sua produzione è il volume fotografico: “Differenze di Vedute – Il paesaggio nella provincia di Catanzaro” (ed. Rubbettino).