Come non essere d’accordo con le osservazioni razionali e puntuali del dirigente scolastico dell’IIS Costanzo, Antonio Caligiuri, quando si dice pronto a lasciare la Strategia d’Area Reventino-Savuto? (Intervista a ilReventino.it). La sua delusione è la nostra! Perché dopo tre anni di lavoro, la montagna (in questo caso il Reventino) si appresta a partorire un topolino.
Occorre ricordare che la Strategia per le Aree interne nasce da un’intuizione dell’allora Ministro alla Coesione territoriale Fabrizio Barca. La necessità era quella di valorizzare appunto le aree interne, che occupano i tre quinti dell’intero territorio nazionale e ospitano un quarto della popolazione, nel tentativo di diminuire il divario con le aree più forti del Paese, in modo da frenarne lo spopolamento e rilanciarne lo sviluppo.
L’idea di base era quella che, riuscendo a riattivare lo sviluppo delle Aree interne, in un periodo di crisi profonda che ancora perdura, sarebbe stato possibile recuperare alla produttività questi ampi territori finora trascurati e abbandonati, contribuendo così al rilancio dell’economia di tutta l’Italia.
Per rendere efficace il processo di progettazione, si era giustamente deciso di procedere con un approccio bottom-up (cioè una progettazione partecipata, dal basso verso l’alto), che coinvolgesse tutti gli stakeholder (cioè i portatori di interesse) strettamente collegati al territorio.
Il processo di progettazione prevede tre step successivi: l’elaborazione di una “Bozza di strategia”, che l’Area Reventino-Savuto ha avuto approvata nell’agosto 2016; un “Preliminare di strategia”, approvato di recente; la vera e propria “Strategia d’Area”, che deve essere ancora approvata. (Cliccando sui link attivi sarà possibile visionare i relativi documenti).
C’è da dire che, in Italia, attualmente sono 67 le Aree interne selezionate per attivare questo processo di progettazione (4 in Calabria) e solo 14 sono pervenute alla progettazione definitiva (in Calabria nessuna).
Il dirigente Caligiuri, in quanto rappresentante di un’Istituzione scolastica, nel muovere le sue critiche si è soffermato sull’area di intervento maggiormente di sua competenza, cioè l’Area della Conoscenza, ma in generale, le soluzioni strategiche prospettate nelle 40 pagine del documento messo a punto in via preliminare dall’Area Reventino-Savuto, non sembrano cogliere e valorizzare quegli aspetti che potrebbero essere determinanti per raggiungere gli obiettivi fissati come prioritari: frenare lo spopolamento e riattivare lo sviluppo.
Tra le azioni previste, se ne trovano molte che appaiono, in toto o in parte, già attuate sul territorio, come ad esempio la riqualificazione degli edifici scolastici o la realizzazione di percorsi integrativi extrascolastici, il potenziamento del pronto soccorso o la presenza della piattaforma per l’elisoccorso. Altre utili ma non determinanti, come la realizzazione di percorsi attrezzati per bikers o l’installazione di wi-fi in luoghi ed edifici pubblici. Altre ancora poco incisive e già ampiamente sperimentate senza ottenere particolari risultati positivi, come le agevolazioni fiscali e gli incentivi alle imprese.
Per questo, sarebbe forse stato saggio attribuire maggiore importanza alla proposta dell’IIS Costanzo di istituire un Centro che operasse sul versante della promozione del lavoro di qualità: con laboratori professionali, attrezzati e innovativi, e con risorse, umane e strumentali, utili alla creazione d’impresa e al loro supporto nella fase di start-up.
Oltre tutto si era già provato a fare qualcosa di simile a Soveria Mannelli, con l’Officina della cultura e della creatività, salvo poi vanificare gli sforzi con la solita idea perdente di affidarne la gestione a privati, depotenziando l’impatto della struttura, piuttosto che occuparsene in modo diretto proprio attraverso il consorzio dei comuni di tutta l’Area.
“Qualcosa è meglio di niente!” Ci diranno i politici di turno. Ma non è più così! Siamo a un punto in cui non ci si può più permettere di perdere tempo e risorse. Un punto di non ritorno in cui ogni azione deve essere fortemente incisiva, mirata alla risoluzione di un problema fondamentale e realmente rilevante.
Le strategie d’azione, che dovevano essere altamente innovative, sembrano invece più ispirarsi alle consuete logiche spartitorie che mirano ad accontentare tutti per non scontentare nessuno, finendo inevitabilmente per ritorcersi contro i cittadini che, ancora una volta, rischiano di non avere risposte concrete ai loro bisogni, e che continueranno a veder emigrare (sí, “emigrare” è il verbo giusto, ancora oggi) i propri giovani migliori e ad attendere invano uno sviluppo sempre più simile a una chimera.
di Raffaele Cardamone
*) Le immagini sono tratte dal documento “Preliminare di strategia” dell’Area interna Reventino-Savuto.