La seconda lezione dell’Università d’Estate di Soveria Mannelli, dedicata quest’anno al tema “Lo spirito dei luoghi”, sempre inserita nel più ampio contesto della manifestazione estiva “Essere a Soveria”, è stata tenuta dal sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, in rappresentanza della città designata come capitale europea della cultura per il 2019.
Dopo il saluto istituzionale del suo collega sindaco di Soveria Mannelli, Leonardo Sirianni, De Ruggieri è stato presentato al numeroso e interessato pubblico da Mario Caligiuri e da Florindo Rubbettino, i due direttori dell’Università d’Estate.
Mario Caligiuri ha ribadito quanto sia importante “ripartire da sud”, utilizzando Matera come simbolo di riscatto di tutto il Mezzogiorno, perché “Matera una bella storia, una storia esemplare”, un’esperienza da cui bisogna prendere il meglio.
Florindo Rubbettino ha anche lui posto l’accento sulla cultura come strumento di riscatto, ricordando che “l’Italia è un Paese fermo, quindi rincorrere non ha alcun senso: Matera ha pensato di fare altro, riappropriandosi della propria identità e della propria cultura.”
Insomma, per entrambi i direttori, Matera ha saputo interpretare più di tutti il concetto di “Ritorno al futuro”, che poi è il titolo che si è dato all’attuale edizione di “Essere a Soveria”, infatti partendo dal proprio passato si è saputa proiettare direttamente nel futuro.
Raffaello De Ruggieri ha esordito con un commento più che lusinghiero su Soveria Mannelli: “mi trovo in questo luogo tre volte straordinario: per le persone, per l’ambiente e per i fermenti che lo animano.”
Ha raccontato come la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini sia stato uno degli elementi che ha consentito a Matera di diventare capitale della cultura 2019, perché “si era seminato sul terreno fertile della condivisione.”
Per anni la città si era “portata addosso l’abito sdrucito dell’inciviltà”, con i sassi che erano percepiti come un “marchio d’infamia” e con i materani che si vergognavano di esserlo.
Ma poi è arrivata l’intuizione di “uno spazio geografico che si è fatto storia” e che ha consentito a Matera di “costruire nuova storia” trasformando “ciò che era vergogna in orgoglio di appartenenza.” Matera può quindi rappresentare il Mezzogiorno che funziona, che non si arrende e che può essere, anche per l’Europa, “il lievito di una nuova capacità creativa.”
De Ruggieri, sollecitato da una domanda di Gabriele Emilio Chiodo, ha poi elencato i punti di forza che hanno convinto i commissari preposti a designare la sua città come capitale europea della cultura: il fatto che Matera sia “unica e universale”, l’energia del territorio che stimola la creatività, l’essere “città comunitaria” e quindi costruita dalla comunità dei cittadini, l’essere capace di attrarre iniziative innovative e l’essere “città in marcia e mai ferma”. Aggiungendo che anche l’essere stata città protagonista del libro di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli” e di riferimento per il cinema, soprattutto con i film di Pier Paolo Pasolini e di Mel Gibson, ha giocato il suo ruolo positivo.
Consapevole del fatto che il 2019 deve essere per Matera “non un traguardo, ma un’opportunità”, De Ruggieri ha quindi esortato tutto il Mezzogiorno a “non soffrire di complessi d’inferiorità, ad esportare la propria cultura millenaria”. E ha concluso riflettendo su un assioma che non fa una grinza: Matera partiva da una notevole posizione di svantaggio e pertanto “se ce l’ha fatta Matera può farcela il Mezzogiorno e con esso l’Italia intera.”