Il melodramma, l’opera lirica, è una delle eccellenze italiane in campo culturale, com’è universalmente riconosciuto. Infatti, mentre ci affanniamo a parlare in inglese, introducendo nella nostra lingua termini anglosassoni spesso a sproposito, il mondo della lirica canta in italiano.
E’ una bella soddisfazione quindi avere anche qui tra noi, a Soveria Mannelli, all’ombra del monte Reventino, un giovane tenore che si sta facendo strada nel campo difficile, sempre più esclusivo, della musica lirica.
Si tratta di Alfonso Colosimo che, con la sua passione e la sua determinazione, sta in effetti conquistando una certa visibilità, ma soprattutto compiendo quel tipo di esperienze altamente formative, fondamentali per forgiare il carattere e affinare la tecnica.
Alfonso ha recentemente avuto l’onore di cantare assieme a Vittorio Grigòlo, il tenore italiano attualmente più famoso e acclamato al mondo, in occasione della messa in scena di “Italia. Un sogno”, per la regia di John Pascoe: uno spettacolo decisamente originale che vuole essere un tributo alla tradizione dell’Opera attraverso la storia d’Italia.
Uno spettacolo che non si limita a una riproposizione di pur belle arie d’opera, essendo estremamente coinvolgente, con le sue proiezioni video, l’uso delle più moderne tecnologie, gli oltre 200 costumi di scena, ma soprattutto grazie all’idea vincente della ricostruzione della storia d’Italia e delle sue bellezze, ripercorrendo le pagine più celebri del nostro repertorio lirico: da “La donna è mobile” a “Vesti la giubba”, da “Che gelida manina” a “Nessun dorma”.
In scena con Vittorio Grigòlo, un cast di sedici artisti tra cantanti e attori, l’Orchestra Sinfonica di Asti diretta da Alberto Meoli e un coro – diverso per ogni tappa – diretto da Sonia Francese.
E’ appunto nel coro, composto da 40 elementi, che si è esibito, al Teatro Rendano di Cosenza, anche il “nostro” Alfonso Colosimo, all’interno del gruppo vocale “Sol Vox Cantori” diretto dal maestro Antonio Fratto, che ne ha curato la preparazione in collaborazione con l’Associazione Musica e Arte “Aulos” di Rosa D’Audino.
Dopo qualche giorno dal suo debutto in un’occasione così importante, abbiamo incontrato Alfonso Colosimo per fargli qualche domanda.
D) Durante la tua partecipazione a “Italia. Un sogno”, quali sono state le tue sensazioni? Hai potuto sognare anche tu?
R) << Cantare in teatro è sempre un’emozione, ma in questa occasione, sia l’ambiente del Rendano, un teatro storico e di grande prestigio, e sia soprattutto la presenza di Vittorio Grigòlo, uno dei tenori più importanti del momento, hanno reso l’esperienza per me indimenticabile. >>
D) Qual è stato per te il momento più significativo della serata?
R) << C’è una scena molto “forte”: durante il coro dell’aria “Di quella pira” del “Trovatore”, c’è un momento in cui tutti stringiamo il braccio del tenore, in questo caso Grigòlo, che è il nostro condottiero, cantando fortissimo: “all’armi”. In questo momento c’è una trasmissione di energia, simbolica sulla scena, ma la cosa particolare è che avviene anche nella realtà. >>
D) Cosa stai facendo in questo momento per coltivare il tuo sogno?
R) << Studio al Conservatorio di Cosenza con il maestro di canto lirico Antonio Fratto: quest’anno devo frequentare il quarto anno. >>
D) Cosa speri di fare nel tuo futuro?
R) << Aspiro a fare il cantante d’opera, perché, rispetto alla musica leggera, l’opera rappresenta maggiormente i valori dello studio, dell’applicazione, della cultura. Infatti, tutte le opere liriche sono tratte da vicende storiche e letterarie. >>
D) E per ottenere ciò che vuoi, cosa ritieni sia necessario?
R) << Per cantare, soprattutto nell’opera lirica, ci vuole un misto tra passione e tecnica. Ritengo che lo studio sia fondamentale. Per quanto mi riguarda, mentre canto, cerco di “vivere il pezzo” con la giusta emozione, ma senza mai perdere di vista la tecnica. >>
Nel congedare e ringraziare Alfonso Colosimo, gli facciamo un grandissimo “in bocca al lupo” anche a nome dei nostri lettori e di tutta la nostra comunità. Sarebbe bello, in un giorno non troppo lontano, vederlo uscire dal coro per interpretare un ruolo da vero protagonista.